La triste storia, a lieto fine, di Maria, parrucchiera di Cosenza
Quella che sto per raccontarti è la storia di Maria, una parrucchiera originaria di Cosenza, e si tratta di una storia piuttosto triste e malinconica, di quelle che lasciano l’amaro in bocca e che risultano essere molto coinvolgenti perché ognuno di noi, almeno in parte, può riconoscersi in essa.
Se sei poco incline a leggere storie tristi, ti invito comunque ad arrivare fino alla fine, quando un evento a sorpresa rilancerà la vita di Maria.
Ma procediamo con ordine.
Maria è una ragazza nata nel 1980 in Calabria, nella provincia di Cosenza. La sua non è un’infanzia triste, anche se le pesa e le lascia un vuoto incolmabile l’abbandono da parte del padre, quando lei aveva solo 5 anni. E’ andato in Germania per lavoro e si è costruito un’altra vita, un’altra famiglia…
Maria però diventa una ragazza determinata. A scuola non ha successo, perché quando ci va sogna soltanto il giorno in cui potrà realizzare il suo sogno, quello di diventare una parrucchiera con un grande salone di acconciature tutto suo mentre di pomeriggio, quando dovrebbe studiare, va a lavorare con la madre.
Quando compie 18 anni Maria si sente pronta a realizzare il suo sogno, ma non può. La madre, infatti, si ammala e lei deve starle vicino. Una malattia debilitante, che fa piombare nell’indigenza la famiglia di Maria. Lei, infatti, deve prendersi cura della madre mentre il fratello deve lavorare, come muratore, per mantenere entrambe. Per Maria, quindi, niente corso per diventare parrucchiera ed una realtà dolorosa.
La madre di Maria muore dopo due anni. Così, il fratello di Maria decide di emigrare al nord, alla ricerca di un posto di lavoro più sicuro. Va a Milano e Maria, dopo pochi mesi, lo raggiunge.
Qui per Maria, superati i primi momenti di difficoltà dovuti all’ambientamento e alla mancanza di lavoro, le cose iniziano a girare un po’ meglio.
Riesce a trovare un piccolo lavoro che le consente di pagarsi il corso di qualificazione per diventare parrucchiera. Il fratello, nel frattempo, lavora abbastanza stabilmente.
E’ una vita dura, per entrambi, fatta di giornate intense e faticose, di spostamenti in pulmann dalla periferia al centro dove entrambi lavorano, e di pochi svaghi. Ma dopo qualche anno Maria supera il corso, inizia il suo periodo di apprendistato presso un importante salone di acconciature in centro a Milano dove diventa una delle dipendenti più amate sia dalle clienti che dalla titolare.
5 anni trascorsi da dipendente e Maria, che in tutti questi anni ha risparmiato ogni singolo euro guadagnato e rimastole in tasca dopo aver pagato affitto e bollette, si sente pronta per aprire il suo salone di acconciature.
Un salone di acconciature era il suo vero sogno sin da bambina ma, nella realtà, con i pochi soldi che aveva da parte e quelli che le sono stati prestati dal fratello e dal fidanzato, il suo era solo un piccolo negozio di parrucchiera in periferia.
Però era il suo sogno, e si era realizzato!
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Per una giovane donna che aveva vissuto l’abbandono del padre, la morte della madre, l’emigrazione in una grande città del nord, il lavoro e lo studio dovendosi anche mantenere senza mai potersi togliere uno sfizio, avere un piccolo negozio nel quale svolgere il lavoro più bello del mondo rappresentava davvero la realizzazione di un sogno.
I primi mesi sono molto intensi, ci sono un sacco di cose da fare alle quali Maria non aveva mai pensato. Non sapeva che c’erano tasse molto costose come quella dei rifiuti, né che dovendo pagare anche l’acconto delle tasse per l’anno dopo, l’esiguo guadagno del primo anno se ne sarebbe andato quasi interamente. O che, ancora, se nella sua esperienza in un grande salone lei poteva occuparsi solo di tagliare i capelli seguendo l’indicazione della titolare e quelle della cliente, qui doveva pensare a tutto da sola.
Certo, lei era brava e quindi si è creata da subito il suo giro. Stava in piedi e, in qualche modo, le bastava. A fine mese aveva “quasi” l’equivalente dello stipendio che aveva da dipendente però si sentiva più libera. Inoltre, era andata a vivere con il suo fidanzato e non doveva sostenere da sola tutte le spese.
Poi tutto precipitò.
Inaspettatamente.
Con accanimento, poi, perché quando una cosa va male si innesca un meccanismo perverso in base al quale ogni giorno ne capita una nuova.
Quel che è accaduto nel volgere di pochi mesi è stato:
- L’improvviso calo di clienti;
- L’aumento dell’affitto del locale;
- La separazione dal fidanzato.
L’improvviso calo di clienti inizialmente era inspiegabile. Poi le voci le arrivarono alle orecchie e capì cosa era successo. Nell’ordine: aveva aperto un salone di acconciature orientale a prezzi davvero stracciati, che si era portata via una parte di clienti fedeli; aveva aperto un altro negozio di acconciature, a neanche 200 metri di distanza dal suo; una sua cliente, con la quale aveva litigato a causa di un’incomprensione su un taglio, le aveva causato cattiva pubblicità, visto che la cliente era un consigliere comunale e godeva di una certa popolarità.
Questo aveva causato un calo del 40% del suo fatturato. Quando un giorno incontrò, al supermercato, Ilenia, una ragazza della quale era molto amica, e che era sua cliente fedele sin dall’apertura, lei le spiegò: “Scusami, Maria, ma purtroppo sono rimasta senza lavoro e… mi dispiace dirtelo ma sono andata dalla parrucchiera cinese e mi son trovata bene, spendendo molto meno che da te“.
L’affitto del locale è stato un altro problema che non poteva essere risolto: non c’era scelta, o si affrontava un doloroso trasloco, che avrebbe significato nuove spese e il ripartire da zero, o si accettava l’aumento e stop.
Infine, la separazione dal fidanzato. Oltre alla sofferenza a livello affettivo, si è aggiunta quella pratica: ora doveva sostenere da sola tutte le spese relative ad affitto, spesa, bollette, eccetera!
L’umore di Maria non era nero, era più incline alla rassegnazione. Lei, che aveva lottato così tanto per vivere il suo sogno di diventare una parrucchiera con il suo negozio, mai avrebbe pensato che il suo calvario sarebbe iniziato proprio pochi anni dopo la realizzazione del sogno stesso.
E non si vedeva una soluzione.
Nessuna delle cose che aveva provato erano servite, anzi.
Aveva fatto distribuire dei volantini in tutto il quartiere, ma non le era servito a niente.
Aveva accettato di pagare per un’inserzione su un giornale locale.
Si era anche fatta fare il sito da quelli degli elenchi telefonici, che le garantivano, a fronte di una spesa di oltre 1.000 euro, l’arrivo di tanti nuovi clienti. Di questi clienti, però, neanche l’ombra…
Un lunedì mattina, approfittando del giorno di chiusura, Maria va al centro commerciale per fare un po’ di spesa. E qui incontra Sonia, la sua ex titolare.
Le due si erano lasciate con serenità e amicizia, anche perché Sonia conosceva il sogno di Maria e sapeva che, prima o poi, la sua allieva prediletta avrebbe deciso di mettersi in proprio.
“Allora, come va, Maria?”, chiese Sonia.
“Beh, non è di certo come mi aspettavo! All’inizio le cose giravano un po’, poi è stata una catastrofe! Anzi, credo che, se va avanti così, ti manderò un curriculum per chiederti di ri-assumermi“.
Sonia non credeva alle sue orecchie: era sicura che Maria avrebbe avuto successo. Non le mancava nulla per sfondare in quella professione: era caparbia, intelligente, tecnicamente molto brava, gentile con le clienti e poi… poi aveva lavorato con lei, che era un’imprenditrice con 3 saloni in città che giravano alla grande!
E invece no. Maria era in gravi difficoltà.
Continuò ad ascoltarla e poi le disse: “Maria, purtroppo hai commesso un grosso errore. Probabilmente quando lavoravi con me pensavi ad imparare la tecnica, ma ti è sfuggita tutta la parte strategica del nostro lavoro“.
“Cosa intendi?” Chiese Maria.
“Ti ricordi cosa vi dicevo sempre nelle riunioni?”
“Sì, dicevi che dovevamo regalare un’esperienza completa alle nostre clienti, che dovevamo pensare a loro non come a clienti che vogliono avere un taglio o una piega fatta bene ma a donne che vogliono apparire più belle“, disse prontamente Maria.
“Bene, allora te lo ricordi! Però non mi sembra che tu abbia capito davvero cosa pretendevo da voi, perché non mi sembra che tu faccia la stessa cosa con le tue clienti!”, affermò, con fermezza, Sonia.
“Ma, Sonia, io cerco sempre di fare il massimo per loro… ma forse non basta“.
“Qual è la percentuale di fatturato che ottieni dalla vendita di prodotti e trattamenti rispetto a quella proveniente dai servizi base?” chiese Sonia.
“Praticamente nulla, Sonia. Le mie clienti sono così poco disposte a spendere che non ce la faccio a proporre loro anche di acquistare dei prodotti“, si giustificò Maria.
“Ma no, Maria! Se tu vuoi solo vendere prodotti è ovvio che sia così! Ma se tu ricordi come facevamo da noi, allora capirai che non era questo il nostro modo di operare. Noi ci occupavamo del benessere delle clienti e, per loro, acquistare prodotti e trattamenti era praticamente una cosa naturale, poiché era un modo per risolvere il problema che avevano ai loro capelli o per mantenere, anche a casa, lo stesso risultato ottenuto in salone!”.
“Hai ragione, Sonia, ho dimenticato tutto ciò! Sono troppo impegnata ad eseguire il lavoro per pensare al resto. E poi, sono sola…” disse Maria, sconsolata.
“E questo è un altro errore. Non puoi pensare di avere successo se sei sola in salone.” disse Sonia.
“Ma io non posso proprio permettermi di pagare una collaboratrice! Se solo avessi più clienti…” fece Maria.
“Questo è il problema, Maria! Ma forse tu non ricordi quello che facevo io, perché, nonostante ve ne parlassi sempre, voi avevate solo in mente il vostro lavoro, quello di fare le parrucchiere. Ma se dalle tue colleghe me lo aspettavo (e infatti lavorano ancora tutte da me) da te no! Tu avevi una marcia in più! Tu davvero volevi avere successo nella tua professione!” disse, alzando un po’ la voce, Sonia.
“Io volevo diventare come te, Sonia. Però pensavo che il tuo successo dipendesse dal fatto di essere una titolare capace, gentile ma decisa, abile a conquistare la fiducia delle clienti. Non immaginavo ci fosse altro.” si giustificò Maria.
“Maria, io ti voglio bene e desidero aiutarti e lo farò. Sappi però che devi metterti in testa due cose:
- Il tuo lavoro NON è fare la parrucchiera. Il tuo lavoro è fare la titolare di un salone di acconciature;
- Le clienti non vengono da te spontaneamente, devi attirarle con il marketing.“
“Il primo punto l’ho capito, Sonia, anche se non sarà facile mettere in pratica le cose che ho imparato da te, anche perché non ci prestavo particolarmente attenzione. Sul secondo, invece, non so proprio come fare! Ho già provato, ho fatto il sito, i volantini, i coupon… ma niente!”. si lamentò Maria.
“Maria, tranquilla. Ti posso assicurare che è meno difficile di quanto pensi. Devi solo essere pronta a ripartire da zero. Scordati quel che hai fatto finora. Dimentica il fatto che il marketing abbia a che fare con i coupon o i volantini. Oggi c’è Facebook, ci sono i blog, ci sono le liste di clienti da contattare via email…è tutto diverso e… funziona davvero!” disse Sonia.
“Mi stai facendo tornare la voglia di credere nel mio lavoro, Sonia, mi ci voleva proprio! L’unico problema è che non so da dove cominciare…” disse Maria, un po’ risollevata.
“Allora, facciamo così. Domani sera passa da me che ti do una cosa che potrà davvero aiutarti.”
“Di cosa si tratta?” Chiese Maria.
“Di un libro. Anzi, di un manuale. Non diventerai improvvisamente ricca leggendolo, ma ti assicuro che ti aprirà la mente. L’ha scritto la persona che ha curato il marketing dei miei saloni negli ultimi anni. Inizia da lì poi, vedrai, il resto verrà da sé. E, se avrai bisogno di me… ti basterà chiamarmi!” disse Sonia.
“Grazie davvero, Sonia, spero che tu abbia ragione ma, comunque vada, sono sicura che le cose andranno meglio per me e per il mio negozio. In questi 10 minuti mi hai fatto vedere la mia professione, la mia vita, da una prospettiva diversa. Mi hai aperto la mente e ridato fiducia per il futuro! Grazie!” disse Maria, entuasista.
“Te lo meriti, Maria. Solo una cosa, però…” disse Sonia.
“Dimmi…”
“Il manuale, poi, me lo devi restituire!” Disse Sonia
“Ah ah ah ah ah!!!” risero, assieme, Sonia e Maria.
Questa è la storia di Maria e non serve che ti racconti com’è andata a finire.
Ti basta sapere che Maria, oggi, non è una parrucchiera senza problemi. Oggi Maria ha altri problemi. Maria deve occuparsi di gestire il marketing della sua attività, deve gestire le sue 2 dipendenti che nel frattempo ha potuto assumere, deve coordinare il lavoro in negozio che è sempre tanto, anche perché non ha mai un buco nell’agenda.
I problemi e le preoccupazioni, per chi ha un’attività, sono all’ordine del giorno. Però Maria, oggi, è felice. E lo è al punto di avermi scritto un’email nella quale mi ha raccontato la storia che hai appena letto.
Rendendomi davvero orgogliosa e felice per il lavoro che faccio.
se vuoi smettere di ignorare i reali bisogni dei clienti e vuoi finalmente ottenere i vantaggi che derivano invece da un’attenta conoscenza degli stessi, puoi farlo grazie al mio audio Gratuito:
“I 7 pilastri per un salone di successo”
(clicca qui: ==> http://www.michelaferracuti.it/7pilastri.html )
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